Sono stato al GAM di Torino, ossia il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea. Non sapevo dell’esistenza di questo museo fino a che non ho visto una puntata di Passeparteout in cui il grande Philippe Daverio ne parlava e lo visitava a sua volta in occasione di una mostra temporanea. Così, non appena ho potuto, ci ho fatto una puntatina anche io e non avrei potuto scegliere momento migliore dal momento che in corso vi era una mostra temporanea dedicata al grande Renoir. La mostra, per chi fosse interessato, è in corso e sarà presente presso il GAM fino al febbraio 2014. I dipinti sono stati prestati al GAM nientepopodimeno che dal Museo D’Orsay e dall’Orangerie di Parigi. Il museo D’Orsay l’avevo già visitato qualche anno fa ma tra tanti quadri di diversi artisti è sempre difficile focalizzare l’attenzione su tutti. Quindi, è proprio il caso di dirlo, repetita iuvant! Renoir è stato quindi una piacevole sorpresa. Dopo una lunga fila di un’ora (se riuscite a prenotare su internet l’entrata forse è meglio) sono riuscito ad accedere alle sale. Grandi cartelloni in italiano e in inglese aiutano il visitatore a capire chi era Renoir (1841-1919), i suoi affetti, la sua vita. I suoi primi passi mossi assieme ad altri giovani colleghi in un atelier di pittura. I primi studi, i primi ritratti. La svolta impressionista. Tratti non precisi ma affascinanti (criticatissimi all’epoca) che fotografano il momento, il movimento, un’espressione in mutamento. Gli studi en plein air, ossia all’aria aperta, lontano dal suo laboratorio. Per riprodurre i colori e le luci nei ritratti e nei paesaggi, giustamente anche Renoir era convinto fosse necessario il contatto con la Natura. Quale miglior insegnante della Natura per uno studio dal vero? E così ecco in successione, sala dopo sala, sentieri, arbusti, cieli, acque, visi, uomini e donne: quadri multicolore, pennellate larghe e rapide, poche sfumature. Uno dei quadri che mi ha colpito di più è del 1876 e si intitola Ragazza che legge. La giovane ritratta è Marguerite Legrand. La ragazza compare in molti dipinti di Renoir. “Aveva una pelle che rifletteva la luce” diceva di lei Renoir. La poveretta però morì di febbre tiroidea molto giovane nel 1879 e ciò fu un grande dolore per il pittore. Ciò che colpisce è la luce riflessa dalle pagine del libro che a sua volta, appunto, si riflette sul suo viso. Questo mi fa pensare alla potenza della cultura, una luce che deve guidare le menti, in questo caso luce che si sprigiona, come per magia, dalle pagine di un libro. Ma sono tanti i dipinti che mi hanno colpito, come ad esempio le grandi tele Ballo in città e Ballo in campagna (1883). Sarebbe troppo lungo (e forse noioso per chi legge) elencarli tutti qui. Meglio una visita di persona, oppure un buon libro. Io ho riportato solo qualcuna delle mie sensazioni.
Una curiosità di cui non ero a conoscenza: Jean Renoir, il primo figlio del pittore, è stato un famoso regista in Francia; il secondogenito Pierre è stato un famoso attore; il terzogenito Claude invece un ceramista. Insomma, l’arte ce l’avevano nel sangue.
La visita non si è limitata solo alla mostra temporanea ma ovviamente è stata estesa anche alle ali del Museo di Arte Moderna. Ne ho viste di tutti i colori: da quadri bellissimi (quelli di Francesco Gamba, per citarne uno – bellissimo il suo Le scogliere di Helgoland) a opere stravaganti e curiose fino ad arrivare ad opere discutibili come installazioni senza senso o pannelli monocromatici che a confronto le ante del mio armadio sono più artistiche. Presente anche un Picasso dal titolo Natura morta con melone (vi sfido a localizzare il melone), e una scultura che ritrae Beethoven da giovane. Chi ha desiderio di dare uno sguardo alla maggior parte delle opere esposte può farlo qui al seguente link: http://www.gamtorino.it/home_collezioni.php
Vi lascio con qualche foto ricordo della visita e con una frase che è riportata su una insegna a caratteri cubitali all’entrata del museo: ALL ART HAS BEEN CONTEMPORARY…ossia Tutta l’Arte è stata contemporanea. Niente di più vero.