Francesca ha scelto di essere libera fino alla fine. Così ha scritto lei stessa come didascalia della foto che ha pubblicato su Facebook 6 giorni fa, foto che la ritraeva in una cittadina svizzera, con l’aria apparentemente sognante e felice. Di primo achito tutti noi che le eravamo amici sul social abbiamo pensato che si trovasse lì in vacanza ma poi è bastato leggere quella scritta e qualche commento di chi le augurava “buon ultimo viaggio” per capire che Francesca non c’era già più perché aveva posto fine alle sue sofferenze tramite l’eutanasia. Sono rimasto molto scosso dalla sua improvvisa e voluta scomparsa ma ho capito. Ho compreso il suo dolore fisico e l’impossibilità di sopportare oltre. Francesca da tanti anni soffriva di una malattia autoimmune che non lascia scampo e che provoca forti dolori in tutto il corpo. Era una sostenitrice dell’impiego della cannabis a scopo terapeutico perché solo quella riusciva ad alleviare i suoi dolori immensi e difatti Francesca si è sempre battuta per la sua legalizzazione. Ciò che mi rattrista è che non ci siamo mai incontrati di persona nonostante entrambi partecipassimo a svariati eventi culturali in giro per la Sardegna. Lei era di Cagliari. Ci sentivamo sui social e con dei messaggi. Nell’ultimo mi chiedeva di partecipare alla presentazione nella mia città di un libro di Luca Marola che trattava proprio dell’Easy Joint e della legalizzazione della cannabis in 10 Paesi – visto che lei era impossibilitata a presenziare. Francesca Valguarnera era una donna colta ma soprattutto una donna giovane, forte e coraggiosa e questa sua ultima scelta l’ha dimostrato ancora una volta. La sua partenza però non ha fatto rumore. Non ho visto nessun articolo di giornale che la ricordasse e sensibilizzasse l’opinione pubblica su questo importantissimo tema per cui ho scelto di ricordarla io con queste poche righe che sto scrivendo ora che è passato qualche giorno e sono più lucido. È vergognoso che chi sceglie l’eutanasia assistita debba ancora essere costretto a partire per la Svizzera, debba pagare migliaia di euro e affrontare la procedura senza i propri cari al suo fianco. È aberrante, è un crimine contro l’umanità. Sogno il giorno in cui anche in Italia sarà possibile fare questa scelta liberamente, morire con dignità, senza dover essere giudicati per questo. Bisogna mettersi nei panni di chi soffre e pensare che allungare la loro sofferenza è qualcosa che neanche Dio vorrebbe. Ciao Francesca, sarai per sempre nel mio cuore. Come ha scritto qualcuno, ti penserò in giro per un lungo viaggio intorno al mondo. Grazie per questo esempio di libertà che ci hai regalato.
Enrico James Scano