Un momento dell’evento
Si è conclusa ieri la mia avventura da giurato al 45°Festival Nazionale di cinematografia “Villa di Chiesa” di Iglesias (7-8 novembre 2014). L’esperienza mi ha arricchito, mi ha permesso di conoscere giovani e meno giovani talentuosi registi italiani e mi ha permesso anche di mettermi alla prova nel giudicare dal punto di vista tecnico le opere finaliste. La giuria era composta da persone titolate e qualificate nel campo: la giornalista dell’Unione Sarda Miriam Cappa, l’esperto di fotografia e video Luca Rocchi ed io, che ho alle spalle gli studi di tecnica del cinema e mi sono laureato in comunicazione proprio con una tesi sul linguaggio cinematografico.
Le opere provenivano da tutta Italia e la scelta non è stata facile perché i temi centrali di molti dei cortometraggi proposti erano importanti e attuali e le tecniche di ripresa usate erano svariate. Ci ha emozionato l’importanza data a temi quali l’autismo, la violenza sulle donne, la cultura, la valorizzazione della lingua e delle tradizioni sarde e l’invito a una tutela maggiore del patrimonio minerario dell’Iglesiente. Ci hanno piacevolmente colpito l’uso del bianco e nero, le musiche originali sincronizzate a tema, i montaggi alternati, le soggettive e false soggettive, il rallenty, dissolvenze, sfocature e via dicendo. Dopo un’analisi di tutte le opere e una lunga discussione abbiamo scelto come opera vincitrice Boule de neige di Andrea Natale e Chiara Ferrara (Roma). Boule de neige comprende in sé tutte le caratteristiche succitate. Il corto tratta il tema dell’autismo in modo diretto e toccante. Due giovani genitori scoprono che il loro bambino è autistico e il giovane padre inizialmente entra in crisi. Poi però riesce a stabilire un canale di comunicazione con suo figlio e nella poetica e metaforica scena finale, ai piedi di un grande ulivo dalle radici nodose, il padre spiega al suo bimbo, ma soprattutto a se stesso, il significato della vita, promettendo al bimbo che loro, i suoi genitori, ci saranno sempre per lui.
Al secondo posto l’artistico Firebird, di Angela Inconis, una giovane di San Gavino (VS) che attualmente si sta specializzando in una scuola di cinema a Londra. La protagonista di Firerbird è una ragazza con disturbi psichici che viene fatta ricoverare dalla madre in una clinica psichiatrica. Si tratta di un’opera surreale e la citazione del balletto L’uccello di Fuoco di Stravinskij, contenuta nel titolo, viene personificata da una ballerina vestita di bianco che solo la protagonista vede fin da quando era bambina. È come se la protagonista vedesse oltre a quello che i cosiddetti normali vedono. La magia della natura è attorno a lei. Dove gli altri vedono il freddo cemento, la ragazza vede dei verdi prati; gli infermieri ai suoi occhi hanno le sembianze di pericolosi zombie. È il mondo a non comprenderla. Alla fine trova la morte ma si tratta anche una sorta di liberazione.
Al terzo posto Vuoto a perdere del Cinevideoclub di Bergamo, un’opera che è riuscita a condensare in soli due minuti, a guisa di spot, le sofferenze che le vittime di violenze sono costrette a subire per anni.
Il premio Il bronzetto sardo è andato al corto di Alessandro Ledda di S.Antioco (CI). L’opera è ambientata un un futuro dove la nuova applicazione tecnologica dell’EVOLUTION ES ha preso piede in tutte la case. Si tratta di speciali occhiali 3D che se indossati permettono il viaggio della coscienza in una dimensione alternativa dove si può essere temporaneamente persone di maggior successo o semplicemente sperimentare certe situazioni particolari. L’evolution ES ovviamente presenta delle controindicazioni e la forza di questo corto sta proprio nella denuncia molto attuale dell’uso errato delle nuove tecnologie.
La medaglia del Presidente della Repubblica è andata invece a L’Amore impossibile di Zedda e Castangia, un toccante cortometraggio sulla violenza assistita, sorretto da un’ottima tecnica cinematografica.
Per informarsi sul resto dei riconoscimenti riporto qui sotto il verbale stilato da noi della Giuria.
PREMI E MOTIVAZIONI DELLA GIURIA (Miriam Cappa, Luca Rocchi, Enrico J. Scano)
1° posto: BOULE DE NEIGE (regia: Andrea Natale- Chiara Ferrara)
Il regista, prendendo spunto da una storia attuale, è riuscito a raccontare l’autismo in modo diretto e toccante, avvalendosi di una capace tecnica cinematografica.
2° posto: FIREBIRD (regia: Angela Inconis – San Gavino – VS- )
La regista, usando un’ottima tecnica cinematografica, narra con un tocco artistico una storia surreale che lascia allo spettatore libertà di interpretazione.
3° posto: VUOTO A PERDERE (Cinevideoclub Bergamo)
L’opera riesce a condensare in pochi minuti le sofferenze di tante vite spezzate, attraverso la semplice ma efficace forma di spot pubblicitario.
Medaglia del Presidente della Repubblica: L’AMORE IMPOSSIBILE (regia: Christian Castangia)
L’opera affronta in modo sentito il tema della violenza assistita con originalità e maestria nella tecnica di ripresa e di montaggio.
Premio Il Bronzetto: MONDO REALE (regia: A. Ledda – S. Antioco)
L’opera presenta un’originalità del soggetto e pone l’attenzione sulla pericolosità celata nell’errato uso delle nuove tecnologie.
Targa Lu’ Hotel: Closed (regia: G. Eltrudis)
L’opera ha ricevuto questo riconoscimento per aver riportato l’attenzione sulla necessità di una maggiore cura del nostro prezioso patrimonio minerario e turistico.
Targa del Presidente: LA FABBRICA DELLA CULTURA (regia: G. Leto – Torino)
In un modo non scontato, l’opera presenta l’avvicendarsi di epoche e generazioni diverse attraverso la trasformazione di quella che fu una fabbrica di vernici in un tempio odierno della cultura.
Targa dello Sponsor: TUTTO CAMBIA (regia: C. Castangia)
L’opera riesce a trasmettere un valido messaggio educativo e sociale attraverso la condivisione della giornata scolastica tipo di un bambino autistico.
Targa: LA MEMORIA (regia: G. Sabbatini – Torino)
Il documentario ha il pregio di essere basato su un’ottima ricerca storica. Per non dimenticare le sofferenze e gli orrori che portano tutte le guerre.
Menzione speciale: MEDIOEVO E DINTORNI (Cineclub Iglesias)
Menzione per l’interessante carrellata di armi e strumenti di tortura del Medioevo e per l’importante impegno culturale portato avanti negli anni con grande passione dal Cineclub di Iglesias.
Menzione speciale: UN BAMBINO CHE HA CAMBIATO IL MONDO (regia: B. Pusceddu – Portoscuso – CI)
Menzione speciale perché l’opera ha valorizzato la lingua sarda e ha impreziosito con la tradizione del presepe un luogo come la tonnara di Portoscuso.
EJS, 9 novembre 2014